PRIMO PUNTO ALL’ORDINE DEL GIORNO – intervento dell’azionista Cozzolino Salvatore
Egregio Presidente,
egregi Consiglieri,
gentili azionisti,
Vorrei  innanzitutto porgere all’Assemblea il mio personale saluto, quello  degli azionisti che nelle settimane scorse mi hanno concesso il  privilegio di rappresentarli tramite delega e quello della redazione di  Juventinovero.com. Per chi non sapesse di cosa sto parlando, mi auguro  pochi, Juventinovero.com è una testata giornalistica specializzata  formata da redattori non professionisti che, in regime di totale  autofinanziamento, dal 2007 si occupa di Juventus, privilegiando  soprattutto le vicende societarie e quelle giuridiche, che purtroppo in  questi anni hanno occupato uno spazio rilevante degli affari del nostro  Club.
Passo subito alla trattazione del primo punto all’ordine del  giorno e mi sembra doveroso, prima di ogni altra considerazione, fare i  complimenti al Presidente per il lavoro svolto. Chi mi conosce sa che in  questi anni sono stato molto intransigente, a volte feroce, nei  confronti dei precedenti amministratori e della loro gestione. Una  gestione che distruggeva valore giorno per giorno e che andava fermata a  tutti i costi. L’azionista di maggioranza ha capito con qualche anno di  ritardo che le mie, e le nostre considerazioni, che sono tutte nei  verbali delle Assemblee dal 2006 al 2011, erano più che fondate e nella  primavera del 2010 ha finalmente insediato l’attuale Presidente, che da  anni ritenevo fosse l’unica persona che avrebbe potuto tentare di  mettere un argine a quanto stava accadendo. E così è stato. 
Da  maggio 2010 a mio parere molto lavoro è stato fatto, ma molto c’è ancora  da fare. Ed è quindi sulle aree di miglioramento che dobbiamo  focalizzare la nostra attenzione, per ottimizzare ulteriormente la  gestione. Una delle cose che molto spesso si sente dire è che un  bilancio contiene solo freddi numeri. Questo è un concetto che può  essere bevuto solo da un profano. Gli addetti ai lavori sanno invece che  un bilancio, al di là della fotografia puntuale di fine esercizio, ha  una sua dimensione dinamica che è in grado non solo di parlare del  passato, ma anche e soprattutto di far capire il futuro di una azienda.  Per questo motivo, così come mi era ben chiaro che i pareggi di bilancio  del 2009 e del 2010 erano prospetticamente disastrosi, oggi mi sento di  poter dire che lo stato attuale dei conti, nonostante ancora una  perdita ingente, sia tale da far ipotizzare per l’esercizio in corso un  qualcosa di molto vicino al pareggio di bilancio. Secondo i miei calcoli  infatti nella peggiore delle ipotesi dovremmo chiudere con una perdita  tra i 5 e i 10 mln di Euro, cifra che potrebbe sensibilmente migliorare  se, come mi auguro, la squadra riuscisse a centrare la qualificazione  agli ottavi di Champions e andare avanti nella competizione. Mi aspetto  molto anche dal ritrovato appeal del marchio e dall’abbandono della  fallimentare strategia del “less is more” in merito alle  sponsorizzazioni. In definitiva possiamo affermare che ci sono tutti i  presupposti per tornare a percorrere la strada che per primi quasi 20  anni fa avevamo tracciato, e dalla quale qualcuno ci aveva buttato fuori  nel 2006. I nuovi investimenti immobiliari che la società ha annunciato  recentemente sono una conferma in tal senso, e a mio parere evidenziano  ancora di più l’errore compiuto dai precedenti amministratori, cioè  quello di vendere le Aree Commerciali per una cifra tutto sommato  modesta che, se ricordo bene, è stata di circa 20 milioni di Euro,  praticamente come un calciatore di buon livello e poco meno di uno dei  bidoni comprati a caro prezzo da Blanc e Secco. Questa somma, che ha  finanziato parzialmente la costruzione dello stadio, poteva essere  reperita in via alternativa attraverso le linee di credito. In questo  modo i cespiti sarebbero rimasti nel perimetro di bilancio contribuendo  ad aumentare ancora di più il valore patrimoniale della società, e  attraverso l’utilizzo di contratti di locazione, anche il cash flow  complessivo. 
Due parole sullo stadio. Innanzitutto vorrei che il  Presidente ci aggiornasse in merito all’inchiesta sull’acciaio non  conforme, per la quale siamo parte lesa, è bene ricordarlo, e su  eventuali rischi operativi di tale procedimento. In merito invece alla  questione del settore ospiti, e dei danni che abbiamo subito  recentemente, mi chiedo se è possibile ipotizzare la chiusura dello  stadio ai tifosi ospiti, rendendo disponibile quel settore ai nostri  tifosi. Anche perché molto spesso con squadre di seconda fascia quel  settore rimane praticamente vuoto. In alternativa chiedo se è stata  valutata l’ipotesi di vendere i biglietti di quel settore con il  contestuale versamento di una “cauzione” pari al costo del biglietto  stesso. Questa somma potrà poi essere rimborsata dopo la gara, oppure,  in caso di gravi danneggiamenti, trattenuta a scopo di risarcimento. 
Due  parole sui compensi degli amministratori, che mi sembrano finalmente  tornati su livelli sicuramente elevati ma più etici, dopo anni in cui a  mio parere si erano dispensate remunerazioni addirittura immorali,  soprattutto se rapportate ai risultati sportivi e finanziari raggiunti,  anzi, non raggiunti.
Per quanto riguarda l’analisi dei ricavi, i  miglioramenti sono evidenti. Così come è evidente che la questione dei  diritti TV è una ferita aperta. Qui palesemente si sconta ancora la  situazione di debolezza politica e sportiva del quinquennio 2006-2011.  Bisognerà lavorare nei prossimi anni per cercare di mitigare gli effetti  di un criterio di ripartizione collettiva dei diritti radiotelevisivi  che è stato più simile ad un esproprio che ad un riequilibrio delle  risorse. So che il Presidente sul punto è molto sensibile e quindi sono  certo che la questione sarà monitorata con grande attenzione. 
Ad  ulteriore conferma dell’importanza della questione dei diritti  radiotelevisivi, è significativa, a mio parere, la decisione di  procedere in bilancio al ripristino di valore della Library delle  immagini di archivio, giustificata da un nuovo contratto di sfruttamento  commerciale dei diritti in esclusiva per sei anni stipulato con Infront  Italy srl per un corrispettivo di circa 4,5 mln annui. 
Per il  momento avrei concluso e rimando ulteriori considerazioni ai successivi  interventi che effettuerò come delegato di altri piccoli azionisti.
PRIMO PUNTO ALL’ORDINE DEL GIORNO – Intervento dell’azionista Salvatore Cozzolino per delega dell’azionista Valerio Matriciani
Per  quanto riguarda la gestione sportiva non vi è dubbio che i risultati  sportivi sono dalla parte di Marotta e del suo staff. E’ evidente che  Beppe Marotta, oltre ad essere una persona molto simpatica, è anche  discretamente fortunato. Dico questo perché a mio parere la fortuna di  Marotta è quella di aver incontrato Antonio Conte, che con la sua  bravura ha nascosto i limiti di una rosa che aveva più di una lacuna,  nonostante la mole di investimenti fatti in questi due anni. Bene così  ovviamente, ci mancherebbe. Uno degli appunti che spesso viene rivolto a  Marotta è quello di avere una scarsa conoscenza dei mercati esteri. Io  non so se questo sia vero, ma l’analisi dei numeri forse ci può dare  un’idea. A pag. 65 del Progetto di Bilancio infatti vi è un'interessante  tabella che riguarda i debiti verso società calcistiche per campagne  trasferimenti. Ebbene da questa tabella si evince che al 30 giugno la  Juventus ha circa 93 milioni di indebitamento, di cui 82 verso società  italiane e 11 verso società estere. E’ vero che ha saputo costruire in  tempi relativamente brevi una rosa competitiva, è pur vero però che ciò è  avvenuto con un gran dispendio di risorse che in alcuni casi è stato  addirittura spreco.
I nomi inutile farli, li conosciamo benissimo.  Credo che il dott. Marotta sia consapevole di questo e mi auguro che in  futuro riesca a lavorare sul mercato ottimizzando ancora meglio le  risorse che la società gli metterà a disposizione. Tra le cose  incomprensibili della gestione calciatori c’è ad esempio il  prolungamento del contratto a Felipe Melo, che si legge a pag. 27 del  Progetto di Bilancio, e sul punto solleciterei una risposta. Ma anche  l’incestuoso rapporto con il Genoa e Preziosi, a cui si è lasciato in  comproprietà un attaccante come Immobile, per poi ripiegare su Bendtner  per completare la rosa. Ed ancora la sopravvalutazione di Giovinco che è  stato ripreso ma che, a mio parere, non ha i mezzi fisici, e forse  anche mentali, per giocare nella Juventus. 
Alcune domande sparse sul Progetto di Bilancio:
pag. 60 - Crediti verso Campi di Vinovo Spa e verso Finanziaria Gilardi. Qual è il punto della situazione?
Pag.  63 - In relazione al mutuo acceso con il Credito Sportivo è accesa  un'ipoteca pari al doppio dell’importo concesso. Perché hanno preteso  anche come garanzia un conto corrente con oltre 4 milioni di euro di  liquidità? E a che tasso sono remunerati?
Pag. 72 - Tra gli oneri di  gestione dei diritti calciatori noto che abbiamo pagato 500 mila euro di  bonus al Werder Brema per esserci qualificati alla Champions. Non  voglio spiegazioni, capisco da solo che si tratta di una clausola del  contratto di Diego. Mi serve solo per sottolineare l’ingenuità e la  superficialità con cui venivano sottoscritti i contratti fino a qualche  anno fa.
Pag. 73 - Tra gli “Altri oneri” si nota un discreto  incremento delle spese di rappresentanza. A tale proposito, visto che è  un tema caldo, chiedo di illustrare la policy della società in merito  alla questione dei biglietti omaggio richiesti da politici e istituzioni  varie.
Pag. 80 - Per quanto riguarda l’analisi delle controversie in  corso segnalo all’Assemblea che proprio in questo momento a Napoli si  sta svolgendo la terza udienza del Processo d’Appello a carico dell’ex  amministratore Giraudo per i fatti di Calciopoli. Tra l’altro il  principale consulente delle difese è un nostro collega piccolo  azionista, si chiama Nicola Penta. Ci auguriamo ovviamente che in quella  sede finalmente possa essere ristabilita la verità su certe vicende, ma  sappiamo purtroppo che una eventuale conferma della condanna potrebbe  innescare una ingente richiesta di danni verso la società proprio per il  ruolo che Giraudo ricopriva all’interno di essa. Nel corso degli anni  però non è mai stato accantonato a fondo rischi alcun importo con  riferimento a questo procedimento. E’ scaramanzia oppure ritenete che al  momento non vi siano i presupposti per temere una richiesta di  risarcimento?
Pag. 81 - Con riferimento alle azioni legali in corso  contro la FIGC presso il TAR e presso la Corte d’appello di Roma, mi  sembra che questi procedimenti fossero seguiti dal dimissionario Avv.  Briamonte. Vorrei sapere come pensate di gestire queste iniziative e a  chi verranno affidate, atteso che, a mio parere, su questo fronte  andrebbe effettuata una rivalutazione complessiva delle strategie che  obiettivamente si sono rivelate abbastanza sterili. In particolare la  decisione di adire il TNAS e non l’Alta Corte del CONI, in merito alla  questione scudetto 2006, è apparsa assolutamente irrazionale a tutti gli  esperti da noi interpellati. 
Sempre tra le questioni giuridiche,  vorrei portare all’attenzione dell’Assemblea quanto sta accadendo al  Tribunale di Milano nell’ambito del Processo Telecom, dove emerge in  maniera sempre più clamorosa che tra i beneficiari delle attività  illegali di dossieraggio della Security Telecom ci fosse la società  Internazionale F.C. Tra le vittime di queste attività illegali, tra gli  altri, ci sono stati tesserati della Juventus e la società stessa, oltre  a tesserati di altre società, arbitri e la stessa Federcalcio. In  alcuni casi i procedimenti in corso hanno portato già a condanne in  primo grado. Abbiamo provveduto a valutare se ci sono ancora i margini  per chiedere i danni? In passato avevo già fatto questa domanda a  Cobolli Gigli, ma non avevo ottenuto risposta, quindi la reitero al  Presidente Agnelli che sono sicuro sul tema non vorrà lasciare nulla di  intentato.
Un ultima considerazione sul dato che possiamo leggere a  pag. 84 relativo ai compensi per lo studio Grande Stevens che ammontano  quasi un milione di euro. Una cifra obiettivamente elevata soprattutto  in relazione ai risultati raggiunti. 
Concludo, riservandomi ulteriori considerazioni nello spazio riservato alle repliche.
PRIMO  PUNTO ALL’ORDINE DEL GIORNO – Intervento dell’azionista Salvatore  Cozzolino per delega dell’azionista Federica Mazzonis di Pralafera
Premetto  che quanto dirò tra poco è stato già portato all’attenzione del  Presidente e di alcuni suoi collaboratori. Detto questo vorrei oggi  sottoporre all’attenzione dell’Assemblea alcune considerazioni sul  rapporto tra la società e i piccoli azionisti. Questi sono in linea di  massima persone che mantengono in portafoglio le azioni soprattutto per  motivi affettivi, per possedere materialmente un piccolo pezzetto della  società, e con uno spirito assolutamente svincolato dalle logiche  speculative tipiche del mercato azionario. Sono molto spesso persone che  hanno in carico le azioni a prezzi molto più alti del valore corrente  dei titoli, ma che accettano la perdita con "patriottismo", solo per  l’orgoglio di poter dire di essere un piccolo azionista. Ma sono allo  stesso tempo persone per le quali la società non ha mai considerato  finora l'opportunità di creare canali ed iniziative speciali, facendoli  diventare interlocutori privilegiati.
L'unico loro interlocutore al  momento è l'Investor Relator, una figura tecnica prevista dalla  normativa di mercato, ma in realtà molto distante dai piccoli azionisti,  i quali sono interpellati dalla società solo in caso di aumenti di  capitale come quello varato recentemente. L'obiettivo dovrebbe essere  quindi quello di avvicinare gli azionisti di minoranza alla società,  creando una serie di iniziative e di percorsi privilegiati. Lo scopo  finale è quello di valorizzare lo status di azionista della Juventus,  trasformandolo in vero e proprio "status symbol". L’idea è quella di  creare un vero e proprio “Club degli Azionisti”, cui tutti i 40.000  piccoli azionisti potrebbero iscriversi gratuitamente, accedendo così a  servizi di livello qualitativo superiore rispetto a quello dei semplici  tifosi e/o abbonati. L'attività preliminare dovrebbe essere quella di  creare (o trasformare quello in essere, se presente) un archivio di  profilazione completo di tutti i piccoli azionisti, comprensivo anche di  dati a carattere commerciale e familiare; cercare quindi di avere una  segmentazione completa che comprenda notizie utili a strutturare  iniziative specifiche. Mi riferisco in particolare ad informazioni sul  nucleo familiare, sull’abitudine a frequentare lo stadio, ad acquistare  merchandising, etc. La raccolta dei dati dovrebbe essere fatta dalla  società in maniera multicanale, attraverso la creazione di un sito  Internet dedicato ai piccoli azionisti, attraverso la compilazione di un  coupon allegato ai principali quotidiani sportivi e finanziari,  attraverso un'attività mirata per gli azionisti che hanno rapporti con  gli Istituti di Credito con cui esiste una partnership commerciale ed  infine attraverso una campagna pubblicitaria di sostegno effettuata sui  quotidiani, sul canale tematico, allo stadio e sulle pay-TV durante le  partite. Una volta completato il processo di raccolta dati e di  profilazione di tutti i piccoli azionisti, il passo successivo sarebbe  quello di proporre loro una serie di iniziative che rispondano in primo  luogo al criterio di esclusività, e in secondo luogo anche a quello di  utilità e di economicità, ad esempio sulla fruizione del merchandising e  delle aree di ristoro allo stadio.
In particolare si potrebbero ipotizzare:
-  la creazione di una versione di tessera del tifoso che consenta di  identificare l’azionista e che gli permetta di accedere alle iniziative e  alle aree a lui riservate;
- la creazione allo stadio di un settore  con prelazione dedicata ai piccoli azionisti, con iniziative riservate  ai loro nuclei familiari, parliamo quindi di fidelizzazione  generazionale;
- l’applicazione sugli abbonamenti di piccoli sconti  progressivi e proporzionali al numero di azioni possedute e  all’anzianità di possesso, parliamo quindi di fidelizzazione  finanziaria;
- prevedere con cadenza annuale la facoltà (non  l’obbligo), per ogni azionista abbonato, di sottoscrivere un abbonamento  “special” che comprenda anche un piccolo aumento di capitale  proporzionale al valore facciale dell’abbonamento, da sottoscrivere a  sconto rispetto al valore di mercato.
- l’organizzazione di eventi a  pagamento dedicati ai piccoli azionisti, con la partecipazione di  esponenti della società, della Prima Squadra e del mondo dello  Spettacolo, con la possibilità di abbinare iniziative di beneficenza;
- sconti sulla sottoscrizione dell’abbonamento al canale tematico della società e sul merchandising;
-  l’estrazione, tra tutti gli azionisti che ogni anno manderanno la  certificazione che confermi il loro possesso di azioni Juventus, di  premi che comprendano abbonamenti allo stadio, giornate presso il Centro  Sportivo di Vinovo, gadgets vari;
- la creazione di accordi con i  partner commerciali e gli sponsor di Juventus per l’accesso a beni e  servizi con sconti per gli azionisti possessori della “tessera  dell’azionista”;
-l’istituzione di un numero telefonico,  possibilmente gratuito, riservato agli azionisti per assistenza  specifica su tutte le iniziative commerciali e finanziarie e per la  raccolta di eventuali proposte e suggerimenti;
- week-end  dell’azionista: vendita esclusiva agli azionisti non residenti a Torino  di speciali pacchetti comprendenti viaggio, albergo, visita sede,  stadio, Museo e biglietto per la partita a prezzi favorevoli;
Più in  generale, comunque, occorrerebbe prevedere un meccanismo virtuoso che  vada a premiare l’anzianità di possesso, la quantità di azioni  possedute, e i nuclei familiari con padre-figlio azionisti.
I  vantaggi che la società potrebbe trarre da queste semplici iniziative  sono evidenti: si assisterebbe innanzitutto alla trasformazione del  semplice azionista in un vero e proprio “socio privilegiato”;  parallelamente si otterrebbe una sensibile stabilizzazione e sostegno ai  corsi azionari del titolo; la possibilità di programmare piccoli  aumenti di capitale tutti gli anni creerebbe un flusso di risorse  aggiuntivo per gli investimenti, a disposizione degli Amministratori;  l’utilizzo del nuovo stadio e delle relative aree commerciali sarebbe  più efficace. Ci potrebbe essere un potenziale aumento dei ricavi da  clienti di fascia “medio alta” e una conseguente fidelizzazione  finanziaria e commerciale degli stessi. In definitiva i contenuti delle  iniziative proposte devono essere tali da trasformare la semplice  detenzione di azioni Juventus in uno “status symbol”, il che avrebbe  probabilmente il piacevole effetto collaterale di ampliare ulteriormente  la base dei piccoli azionisti.
La naturale evoluzione nel corso  degli anni del Club degli Azionisti potrebbe essere la Costituzione di  un Patto di Sindacato, con il conferimento “materiale” delle azioni. Un  progetto ambizioso verso una forma embrionale di azionariato popolare. 
Concludo, riservandomi ulteriori considerazioni nello spazio riservato alle repliche.
SECONDO PUNTO ALL’ORDINE DEL GIORNO – Intervento dell’azionista Salvatore Cozzolino
In  relazione al secondo punto all’ordine del giorno io credo che sia  doveroso fare alcune considerazioni sulla lista dei candidati al  Consiglio di Amministrazione che tra qualche minuto voteremo. In linea  di massima io sono dell’opinione che i componenti del consiglio di  amministrazione dovrebbero essere tutti, e dico tutti, elementi di  specchiata fede bianconera. Dico questo perché la Juventus non è una  semplice società quotata dove il consigliere viene a fare presenza e a  prendere il gettone. Al di là dei potenziali incarichi nei Comitati che  il modello di Governance prevede, ricoprire questo ruolo alla Juventus  significa assumersi ogni giorno la responsabilità di quello che si dice e  di come ci si comporta nei confronti del mondo esterno. La Juventus è  una trincea mediatica, e per sopravviverci bisogna avere un cuore  grandissimo, oppure aver vissuto fin da piccoli il significato di questi  colori e di questa maglia. Non prendete sottogamba quello che vi sto  dicendo, perché se è vero che questi anni saranno un ottimo biglietto da  visita per i vostri curricula, è pur vero che basta pochissimo per  lasciare una macchia indelebile. Se voi chiedete in giro da chi è  composto il Cda di Fiat e Generali vedrete che nessuno vi sa rispondere,  a parte gli addetti ai lavori. Ma se chiedete chi siede nel Cda della  Juventus vedrete che molti vi risponderanno con nomi, cognomi e miracoli  di ciascuno di essi. Lei, Avv. Bongiorno, da oggi non sarà più  l’avvocato che ha difeso Andreotti, ma quella che è nel Cda della  Juventus, e di questo credo se ne sia già resa conto. Tra l’altro, e  spero non me ne voglia per questo, io nutro una discreta perplessità per  la sua candidatura, non perché non sia persona degna, ci mancherebbe,  ma perché, oltre a non essere dichiaratamente tifosa della nostra  squadra, è anche stata sempre storicamente vicina a quegli ambienti  politico istituzionali romani che sono stati e sono ancora una delle  roccaforti del sentimento popolare antijuventino che è tanto di moda.  Quegli stessi ambienti che in questi anni hanno osteggiato con tutte le  loro forze la revisione storica di quanto è accaduto nel 2006,  nonostante l’emersione di elementi che inequivocabilmente hanno fatto  capire che si è trattato di giustizia sommaria e giacobina. Per questo  io spero che Lei sappia smentirmi e che con il suo prezioso contributo  professionale ci sia la possibilità di guardare con rinnovata fiducia  alle iniziative giudiziarie ancora pendenti.
Un saluto poi voglio  rivolgere alla seconda candidata, la dottoressa Grazioli-Venier, che  conosco poco, e al momento posso apprezzare soprattutto per la sua  leggiadria, ma che sono certo abbia compreso prima di ogni altro, in  funzione del suo particolare ed interessante profilo professionale,  l’incipit del mio intervento con il riferimento alla sovraesposizione  mediatica del ruolo che andrà a ricoprire e alle responsabilità non solo  verso la società e gli azionisti, ma anche verso 14 milioni di tifosi  in giro per il mondo. E sono sicuro che su questa lunghezza d’onda si  sia sintonizzato subito anche il Dott. Arrivabene, anche lui uomo di  marketing.
Per quanto riguarda il Dott. Garimberti la situazione  invece è leggermente diversa. Lui si è sempre professato juventino e in  tale veste ha assunto recentemente la presidenza del Museo. Lo ricordo  anche molto spesso prima del 2006 ospite di dibattiti televisivi in  veste di opinionista e tifoso della Juventus. Nel suo curriculum  abbondano incarichi di prestigio nell’ambito dell’informazione, tra cui  una lunga militanza al quotidiano LaRepubblica e alla RAI. Tuttavia nel  2006 e negli anni successivi io non ricordo un suo articolo o editoriale  che stigmatizzasse quello che stava accadendo. Possibile che, pur  essendo uno dei senatori della Redazione di Repubblica, non si fosse  reso conto della ferocia con la quale tutti i giorni veniva attaccata la  Juventus? E alla RAI, in oltre tre anni di presidenza, possibile che  non abbia mai cercato di arginare la deriva antijuventina della  redazione sportiva? In buona sostanza Le ripeto quanto detto in  precedenza. Noi abbiamo bisogno di gente in piedi, non seduta. Questa è  una trincea, non è un salotto. Lei se la sente? Inoltre qual è il valore  aggiunto che ritiene di poter conferire nell’ambito delle sue  competenze ovviamente, a questa società? Se vuole potrà rispondermi in  questa sede, o anche personalmente, sarò lieto di confrontarmi e di  ospitare il suo pensiero sulle colonne di Juventinovero.com.
Per  quanto riguarda i consiglieri che si apprestano ad essere confermati non  credo ci sia nulla di particolare da sottolineare, se non il solito  dubbio in capo al dott. Venesio, che è presente nella lista EXOR come  candidato indipendente, ma che ricopre importanti incarichi presso una  delle società che viene segnalata come “parte correlata” ai sensi dalla  delibera Consob n. 17221 del marzo 2010. 
C’è poi il caso del dott.  Mazzia, che sappiamo essere un granata di ferro, ma che gode di una  certa immunità retroattiva, in quanto il più grande amministratore  delegato della nostra storia, il dott. Antonio Giraudo, era anche lui un  tifoso del Toro, ma da grandissimo professionista aveva saputo creare  una macchina quasi perfetta che ancora oggi gode del suo lavoro e delle  sue idee innovative. Solo una cosa, dott. Mazzia, quando segna la Juve  La vorremmo un po’ più entusiasta in Tribuna. Mi raccomando.
Concludo, riservandomi ulteriori considerazioni nello spazio riservato alle repliche.
Interventi di Salvatore Cozzolino all'Assemblea Azionisti
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