Sembra quasi che nel processo su Calciopoli in corso a Napoli vi sia  stata un'inversione dell'onere della prova, che siano gli indagati a  dover dimostrare la propria innocenza oltre ogni ragionevole dubbio e  non l'accusa a doverne dimostrare la colpevolezza. Quasi una  trasposizione del vezzo dei giornalisti di considerare colpevoli gli  indagati a prescindere delle prove, dalle testimonianze e soprattutto  dalle sentenze dei tribunali. Non si spiegano altrimenti tutte le falle  nelle tesi dell'accusa, le telefonate dimenticate ed i testimoni non  sentiti. Eppure quando vi è un fatto delittuoso la prima cosa da fare è  quella di ascoltare i testimoni cercando riscontri oggettivi e  dimostrabili.
Invece ci ritroviamo con una tesi accusatoria che ad  ogni udienza viene sbriciolata, frantumata dalle deposizioni dei  testimoni delle difese.
Cosa avvenuta anche nell'ultima udienza dello  scorso martedì 23 novembre, con la deposizione di alcuni testimoni  delle difese, tra i quali l'ex assistente Camerota.
Camerota,  convocato in quanto persona informata dei fatti dall'avvocato Pirolo  difensore dell'ex arbitro Dattilo: era infatti l'assistente n.1 nella  partita Udinese-Brescia 1-2 del 26/09/2004, 4° turno di campionato,  arbitrata da Dattilo, uno degli indagati. Dattilo, secondo l'accusa, era  un arbitro che fischiava a comando, ed anche in quella partita avrebbe  agito nell'interesse della cupola, comandato da Moggi. Era uno di quegli  arbitri che avrebbero decimato le squadre avversarie della Juventus con  ammonizioni ed espulsioni mirate e fraudolente. Si legge infatti  nell'informativa dei carabinieri del novembre 2005 alle pagine 20/21:
“..si  può scorgere un'azione - attuata con modalità pressoché sistematiche -  diretta ad assicurare alla Juventus la posizione di un preventivo quanto  illegittimo vantaggio ottenuto a danno delle altre squadre  competitrici. Tale situazione di fatto viene raggiunta con il proditorio  indebolimento delle squadre avversarie prima ancora che queste hanno  gareggiato con la Juventus, conseguito attraverso l'iniquo arbitraggio  del direttore di gara che sfrutta le circostanze propizie per ammonire o  espellere i giocatori del club che nel turno seguente dovrà affrontare  la squadra bianconera, durante le partite che immediatamente precedono  lo scontro diretto.”
A suffragare queste teorie non vi sono però  riscontri oggettivi, testimonianze inconfutabili o quanto meno  intercettazioni perentorie in cui Moggi o Bergamo o Pairetto ordinino  l'ammonizione o l'espulsione di questo o quel calciatore. L'unica  “prova” citata sono delle intercettazioni di Meani che, colloquiando con  alcuni assistenti, identifica nelle ammonizioni mirate un sistema  fraudolento usato da Moggi per avvantaggiare la Juventus. E gli  inquirenti fanno propria questa teoria senza cercare nessun altro  riscontro. Ora, alla luce delle molte telefonate ritrovate in cui  l'interlocutore è Meani, il dubbio che l'ex arbitro Lodigiano  millantasse ad arte i propri pregi ed ingigantisse i difetti altrui è  altissima. Faceva in fondo il suo mestiere di “ufficiale di  collegamento” tra il Milan ed il mondo arbitrale. Un avversario di Moggi  e della Juventus, le cui affermazioni dovevano quanto meno essere  riscontrate. Ma per gli inquirenti le ammonizioni e le espulsioni  preventive fraudolente sono provate. E tra queste vi è certamente  l'espulsione di Jankulovski nella partita Udinese-Brescia del  26/09/2004. E Dattilo, che estrasse materialmente il cartellino rosso,  agì in modo fraudolento. E tale teoria è stata fatta propria anche dal  GUP De Gregorio che ha giudicato Giraudo, condannandolo anche per questa  espulsione fraudolenta come si legge nel capo B delle motivazioni (pagine 122-126). 
Ma  De Gregorio non basa le sue affermazioni sulle intercettazioni di Meani  come hanno fatto gli inquirenti, il suo discorso è di portata più  ampia.
Per De Gregorio vi sono alcuni elementi fondamentali che gli  fanno decidere che quella espulsione è fraudolenta. Vi è una cena il 21  settembre con i designatori, in cui, secondo De Gregorio, viene deciso  l'arbitro del match: Dattilo. Vi è poi una telefonata tra Giraudo e  Moggi alle 16.58, del 26/09/2004, a partite terminate in cui Giraudo  dice a Moggi: “Dattilo è stato molto bravo ma se Dattilo è un po' più sveglio dimezza l'Udinese”.  Dattilo è poi uno dei possessori di scheda svizzera, secondo le  ricostruzioni degli inquirenti. Ed anche se la scheda svizzera gli viene  consegnata successivamente (novembre 2004) - dice De Gregorio - tale  circostanza è un sintomo di disponibilità e di vicinanza alla cupola.  Infine vi è l'intervento di Moggi presso Baldas per tutelare Dattilo nel  processo di Biscardi. Ma ritorneremo a breve su queste affermazioni di  De Gregorio.
Vogliamo adesso riportare quanto scritto da uno dei  giornali che più di ogni altro ha individuato in Moggi e nella Juventus  il male del calcio, in merito a quella conversazione tra Giraudo e  Moggi: la Gazzetta.
Scrive Galdi il 5 maggio 2006: «Se l'arbitro è sveglio, dimezza l'Udinese»
«Se  è un po' sveglio gli dimezza l' Udinese». Antonio Giraudo è al telefono  con Luciano Moggi. È domenica pomeriggio, il 26 settembre 2004. L'  arbitro Dattilo è incaricato di dirigere Udinese-Brescia. I due  dirigenti bianconeri stanno parlando proprio di lui. L' interesse di  Giraudo è palese: il 3 ottobre - la domenica dopo - è in programma  Udinese-Juventus. È questa una delle telefonate più imbarazzanti...
Peccato  che Galdi dimentichi di chiarire quando questa telefonata sia stata  fatta; forse qualcuno lo avvisa e corregge il tiro qualche giorno dopo:  il 9 maggio infatti scrive: Quella telefonata Giraudo-Moggi parlando di Dattilo «Se è sveglio dimezza l'Udinese»
Intercettazione  di domenica 26 settembre 2004, Antonio Giraudo è al telefono con  Luciano Moggi. La Juventus ha giocato in anticipo la sera precedente  (1-1 in casa con il Palermo) e i due dirigenti bianconeri commentano le  partite della domenica. La telefonata è delle 16.58, quindi quando le  partite della giornata sono già state giocate, e non prima delle partite  stesse, come erroneamente la Gazzetta aveva scritto nell'edizione di  venerdì 5 maggio. Ma non è che questo renda meno imbarazzante la  telefonata. 
Ci tiene ovviamente a sottolineare che tale piccola circostanza non la rende meno imbarazzante. Sarà, se lo dice lui...
Ma,  si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio, e la Gazzetta ricade  nello stesso errore a distanza di ben tre anni, dopo pochi mesi dalla  sentenza di condanna in primo grado di Giraudo. In uno speciale su  Calciopoli, sull'edizione cartacea in edicola il 13 aprile 2010, a  pagina 13 è riportata in un riquadro ben visibile l'intercettazione tra  Giraudo e Moggi relativa ad Udinese-Brescia: " Se è un po' sveglio gli dimezza l'Udinese", ma la Gazzetta non resiste ed aggiunge: "Settembre 2004: Giraudo parla con Moggi in vista di Udinese-Juventus". 
È  ancora ignoto quale sia il sistema di misurazione del tempo per cui  alla Gazzetta classifichino una telefonata avvenuta alle 16.58 prima di  una partita giocata alle 15.00, ma tant'è.
Ma ritorniamo alla  sentenza di De Gregorio ed all'espulsione fraudolenta di Jankulovski ad  opera di Dattilo. Il GUP assume come provato che i sorteggi fossero  truccati, che quindi Dattilo venne designato in modo fraudolento e che  fosse veramente possessore di una sim svizzera, anche se ricevuta in  epoca successiva alla partita Udinese-Brescia.
Signor Giudice,  rimarrebbe da capire, e soprattutto da provare, chi, come e quando  avrebbe detto a Dattilo di espellere Jankulovski, Le pare poco?
Ma  dalle successive testimonianze rese nel processo celebrato con rito  ordinario, sembra che le convinzioni di De Gregorio siano errate: i  sorteggi sono regolari, le designazioni corrette e delle schede svizzere  si sa molto poco o nulla. Ma l'ultimo e definitivo colpo mortale alle  affermazioni degli inquirenti di Auricchio ed alla sentenza di De  Gregorio sull'espulsione fraudolenta di Jankulosky l'ha data la  testimonianza di Camerota. Il quale in pochi minuti di interrogatorio ha  detto che l'espulsione di Jankulovski l'ha decisa lui, Dattilo non  aveva notato un gesto violento del giocatore dell'Udinese contro un  avversario e lui lo ha segnalato, al che Dattilo, applicando il  regolamento, non ha potuto fare altro che espellere Jankulovski.
Audio deposizione Camerota 3 minuti circa: 
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In  pochi minuti Camerota ha demolito tutta la teoria di Auricchio e De  Gregorio su quell'espulsione pilotata. Eppure agli inquirenti sarebbe  bastato poco per appurare la verità, bastava convocare Camerota ed  interrogarlo, o anche consultare il referto di fine gara dove vi era  l'indicazione che era stato il guardalinee ad indicare che Jankulovski  andava espulso. A volte, dottor De Gregorio, colonnello Auricchio,  leggere i documenti ufficiali: ascoltare i testimoni è più utile che  leggere la Gazzetta dello sport. E questo si che è imbarazzante, caro  Galdi.
E' chiarito: Dattilo non determinò alcuna squalifica pro-Juve
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