Il 16 febbraio scorso, a Napoli, la pubblica accusa ha proseguito  l'estenuante esame del Colonnello Auricchio, responsabile delle indagini  di Calciopoli. In attesa del controesame degli avvocati difensori, in  programma per il prossimo 16 marzo, vi proponiamo un breve  approfondimento dell'udienza.
La seduta, durata 5 ore, si è svolta  sulla falsariga dell'udienza precedente: l'accusa ha posto domande  che i difensori hanno spesso contestato, definendole letture parziali,  supposizioni, estrapolazioni e interpretazioni di intercettazioni  telefoniche. La presidente Casoria, pur non rigettando completamente le  obiezioni difensive, ha comunque consentito all'accusa di seguire la  propria impostazione.
Noi, dal canto nostro, segnaliamo le più  evidenti incongruenze emerse.
PRIMA INCONGRUENZA: SCUSI, DOV'E' CHE BERGAMO  E MAZZINI PARLEREBBERO DI JUVE?!
C'è un  passaggio dell'esame del pm che, in modo esemplare, dimostra la  fondatezza delle obiezioni della difesa, quando il  Pubblico Ministero chiede ad Auricchio di indicare una telefonata fra  Mazzini e Bergamo.
PM: Vorrei che mi  commentasse...ehm... illustrasse il contenuto di una conversazione che  intercorre il 30 aprile alle 19.11, il progressivo è 11819, fra  Innocenzo Mazzini e Paolo Bergamo.
Auricchio: 30  aprile, Mazzini contatta Paolo Bergamo, si fa riferimento  sostanzialmente nella prima parte del colloquio ad alcune vicende di  tipo istituzionale legate ad un recente consiglio federale che si è  svolto, e successivamente il Mazzini segnala a Bergamo la necessità di  non... non so dovrei leggere il...
PM: No, se  mi indica... se ha necessità di rileggere anche Lei...
Auricchio:  Siccome il momento, il 30 aprile, è un momento molto significativo  dal punto di vista dell'andamento del campionato, le due squadre di  testa sono ancora appaiate, soltanto che in quella circostanza il Milan  ha giocato l'anticipo il sabato e la Juventus invece gioca regolarmente  alla domenica, quindi la conversazione verte sul fatto che Mazzini  ricorda a Bergamo di mantenere alta l’attenzione... in sintesi... dovrei  citare il testuale insomma...
L’avvocato Prioreschi, difensore  di Moggi, si oppone.
Casoria: Va bene, quando  l'andremo a leggere, Pubblico Ministero, così dovrebbe essere. Sentiamo  il riassunto...
Auricchio: Solo il testuale,  Mazzini ricorda a Bergamo, siccome il Milan ha giocato sabato e la Juve  deve giocare la domenica, Mazzini ricorda testualmente: “stasera se per  caso succede qualcosa fra oggi e domani tu ci ragioni, perché poi  cambiano a seconda di chi...” - e Bergamo gli risponde – “ma le cose  impossibili non si possono fare”. Quindi questo è il testuale ritenuto  di interesse in considerazione del fatto... perché se no altrimenti non  si comprende che c'è una distanza temporale tra le due partite cioè il  Milan gioca al sabato e la Juventus gioca la domenica, sostanzialmente  la giornata successiva.
Trascurando l’inesattezza del Colonnello che sintetizzando parla come se il Milan avesse già giocato,  cosa non vera, visto che lui stesso dice che la telefonata è del 30  aprile alle 19.11, mentre il Milan giocherà alle 20.30 dello stesso  giorno, c’è da notare che Auricchio, riassumendo la telefonata, lega le  frasi alla giornata calcistica, che vede il Milan impegnato  nell’anticipo del sabato contro la Fiorentina e la Juventus il giorno  dopo in casa contro il Bologna. Ciò viene sottolineato anche dal dott.  Narducci:
PM: Però mi scusi, colonnello, Lei  nella prima parte di illustrazione di questa telefonata, prima di  leggere questi segmenti testuali, asserisce che c’è un riferimento da  cui si può desumere che c'è un riferimento nel colloquio alla situazione  esistente in quel momento ed anche specificamente alla figura di Moggi,  Giraudo e della propria squadra.
Auricchio: La  discussione è piuttosto lunga, diciamo in sintesi che Mazzini non fa  altro che richiamare l'attenzione a Bergamo nei confronti di Moggi e  Giraudo.
A quel punto, l’opposizione dell’avvocato difensore  De Falco obbliga il teste a leggere l’intera telefonata. Ed ecco che,  dalla lettura della trascrizione, l’unica cosa che si evince è che i due  interlocutori criticano Lanese, che di sua iniziativa aveva deciso di  apportare modifiche strutturali nell’AIA. Lanese, secondo Mazzini e Bergamo, starebbe  cercando l’appoggio della stampa per promuovere se stesso come  candidato. La trascrizione integrale è agli atti, ne riportiamo la parte  che secondo gli inquirenti si dovrebbe legare alle partite di Milan e  Juventus di quella giornata, e solo per chi volesse verificare la nostra  buonafede. Chi si fida passi pure oltre.
Auricchio: saltando  il colloquiale. 
Bergamo: Mi è rimasta la curiosità che ieri  c'era stata in Consiglio Federale la discussione.
Mazzini: Non  ne ha parlato per niente, siamo stati sempre in tre anche in forma  molto riservata mai si è detto niente.
Bergamo: Mah, meglio  così comunque.
Mazzini: Ma ora lui... io non conosco... lui lo  chiama eh?!
Bergamo: Guarda questo è un bastardo, questo  Lanese qui ragazzi.
Mazzini: Lanese sta lavorando, eh?!
Bergamo:  Ma sta lavorando anche in maniera scomposta, perché capito?!
Mazzini:  E perché tu come credevi che facesse?!
Bergamo: Alla  Gazzetta insomma, sta chiedendo che il giornale gli faccia...
Mazzini:  Certo!
Bergamo: Una campagna per lui.
Mazzini: Certo!
Bergamo:  Me lo ha detto Borlini, mi ha detto guarda Paolo stai attento perché  questo è un bastardo vero, perché così proprio attraverso Capone  vuole...
Mazzini: Sì! Sì! Sì! 
Bergamo: Mamma mia  ragazzi.
Mazzini: Mamma mia, capitano tutte a lui.
Bergamo:  (ride) Di lui... di lui non mi sono mai fidato, quindi per me non è  una novità, credimi.
Mazzini: No! No! Son d’accordo.
Bergamo:  Quindi va preso con le molle.
Mazzini: Sta' attento eh?!
Bergamo:  Sì! Sì! Lo so! Ma loro però hanno perso...
Mazzini: E'  perché pensano che tutti siano contro di loro capito?!
Bergamo: Ma  scusami tanto per essere...
Mazzini: No! No! Lascia fare  l'assistente, io ho capito tutto.
Bergamo: Dai! Ma come è  possibile.
Mazzini: Però te bisogna che tu gli dia comunque la  sensazione, anche se tu fai in un'altra maniera. 
Bergamo: Ricordati che ti dico ora…
Mazzini: Dare comunque la  sensazione di...
Bergamo: Innocenzo, quando ti trovi di fronte  a questa situazione non c'è una mezza strada, capito?! Perché è che non  puoi...
Mazzini: Ma non per queste situazioni.. Ma non come  rapporti.
Bergamo: Eh lo so!
Mazzini: Sempre  stretti, eh?!
Bergamo: Non ci ragioni, non ci ragioni, non ci  ragioni.
Mazzini: Se stasera per caso succede qualcosa tra  oggi e domani tu ci ragioni.
Bergamo: Mmh…
Mazzini: Perché  poi cambiano a seconda di...
Bergamo: Eh lo so...
Mazzini: A seconda di chi...
Bergamo: Mah... Le cose impossibili non  si possono fare.
Mazzini: E no eh?!
Bergamo: Eh ma  però quello vuol dire mandare all'aria tutto...
Mazzini: Però  ora loro vedono... vedono nemici dappertutto capito?!
Bergamo: Si  va lì, il nemico è stato soltanto quello che ha preso la prima  decisione.
Mazzini: Lo so... lo so...
Bergamo: Eh!
Mazzini:  Ma dico, ora loro sono alterati perché vedono nemici dappertutto.
Bergamo:  Ho capito.
Mazzini: Capito?!
Bergamo: Ho capito,  ma sbagliano.
Mazzini: Lo so, ma non è mica semplice. Però  insomma tanto vengono sempre alla fede, eh?!
Bergamo: Anche  perché il lavoro viene fatto, perché non puoi passà da una domenica  all'altra ad allacciare...
Mazzini: No! No!
Bergamo: Capito?!
Mazzini:  Senti comunque stasera...
Bergamo: Ma speriamo che... eh  oh! Sai lui... ti dico ora io lui stasera cosa fa lui va alla partita...
Mazzini:  Sì, bene, bene
Bergamo: Capito... perché lui...
Mazzini:  Benissimo che lui è in una posizione ora che...
Bergamo: Ma  che scherzi davvero?
Mazzini: Non esiste, dai.
Bergamo:  E poi c'è tempo, capito?!
Mazzini: Bene, bene. Senti  un'altra cosa... i biglietti sono posto.
Bergamo: Bene, ti  ringrazio, uno è mio ho un ispettore di Massafra.
Mazzini: Sì,  tutto a posto.
Insomma, oggettivamente non esistono riferimenti alle due squadre in quel momento in testa al  campionato o a loro dirigenti, tanto che l'avvocato Prioreschi è  intervenuto definendo fantasiosa l'interpretazione datane dall'accusa.  Ciò che può aver tratto in inganno è la frase in cui si fa riferimento  ad eventi di quel giorno e del giorno dopo, ma, visto che il discorso  non verte sulle partite di campionato, bensì sulla politica sportiva, il  coinvolgimento dei dirigenti juventini appare del tutto artificioso.
SECONDA  INCONGRUENZA: MAZZINI PRUDENTE CON DELLA VALLE E LEGGERO CON MOGGI
A  dimostrazione della “fantasia interpretativa” degli inquirenti, come  sottolineato ironicamente dall’avvocato di Moggi, vediamo come viene  commentata la frase ”queste non sono cose che per telefono… non se ne  può parlare al telefono” detta da Mazzini il 20 aprile 2005 durante  un colloquio con Andrea Della Valle, che si sfoga con lui per l’esito  della partita Fiorentina-Messina: in essa l’arbitro Nucini, non  indagato e testimone citato dall'accusa, danneggiò enormemente, a detta  del dirigente, la squadra toscana, concedendo sei minuti di recupero,  nel corso dei quali fu espulso un viola e una punizione per la  Fiorentina venne invertita, permettendo così ai siciliani di segnare il  gol del pareggio.
PM: Che risposta dà Mazzini  a questo sfogo di Della Valle?
Auricchio: Mazzini sostanzialmente raccoglie lo sfogo senza pronunciarsi. Ricordiamo che, l’avevamo accennato prima, a quella data c’è anche l’inchiesta di Torino che avevamo ricordato prima della pausa e quindi Mazzini istintivamente dice: “vabbè queste cose per telefono… non se ne può parlare per telefono”…
Dell’inchiesta di Guariniello, come sostiene lo  stesso Auricchio, il mondo del calcio è venuto a conoscenza almeno il 25  febbraio 2005, giorno in cui il magistrato torinese invita Martino  Manfredi e Maria Grazia Fazi a presentarsi come persone informate sui  fatti. Bene! Non si capisce come mai allora il prudente e sospettoso  Innocenzo Mazzini non voglia parlare al telefono di “certe cose” solo con  il dirigente fiorentino, quando, proprio per quanto emerso durante  questa deposizione, è uno dei soggetti che ha permesso di raccogliere  più intercettazioni con elementi “indiziariamente utili” in tutto l’arco  dell’inchiesta, sia prima che dopo la data di questa telefonata.
TERZA  INCONGRUENZA: PERCHE' SOLO INTERCETTAZIONI TELEFONICHE? LE AMBIENTALI  NO?
Un’altra incongruenza sulla conduzione  dell’inchiesta sta in apparenti negligenze degli stessi inquirenti. I  soggetti intercettati, non sapendo di esserlo, danno spesso  inavvertitamente informazioni che potrebbero permettere agli organi di  polizia di eseguire indagini più approfondite su quelli che loro  ritengono ipotetici misfatti: ad esempio, Auricchio racconta di almeno  quattro riunioni sospette fra alcuni degli imputati. Una fra Moggi,  Giraudo e Lanese a Torino in un ristorante; un’altra fra Moggi, Giraudo,  Mazzini e Bergamo a Collesalvetti nell’abitazione del designatore;  un’altra fra Moggi e la Fazi al santuario del Divino Amore a Roma;  un’altra a Firenze, in un rinomato ristorante, fra Diego Della Valle,  Mencucci, Bergamo e Mazzini.
I carabinieri, grazie proprio alle  intercettazioni, vengono a conoscenza di tutti questi appuntamenti  almeno tre giorni prima: ci sarebbe da chiedersi come mai non abbiano  mai installato un sistema di intercettazione ambientale, per cercare  almeno di captare i contenuti di questi loschi incontri.
QUARTA  INCONGRUENZA: LA JUVE COMPLOTTA PER VINCERE ANCHE DOPO AVER VINTO
Ci  sarebbe da aggiungere inoltre una clamorosa gaffe del PM Narducci e del  colonnello Auricchio nel descrivere l’incontro del 21 maggio 2005 a  casa Bergamo, alla vigilia della penultima giornata di campionato.
PM:  E' questa la giornata in cui la Juventus consegue lo scudetto?
Auricchio:  Sì, matematicamente diciamo...
PM: Poi  resta ancora un turno ultimo da disputare.
In realtà è facilmente dimostrabile che la Juventus il 21 maggio 2005  aveva già vinto matematicamente lo scudetto, infatti aveva 4 punti di  vantaggio sul Milan, a cui restava solo una partita da disputare a causa  dell'anticipo al venerdì della gara contro il Palermo. Pertanto non  sarebbe assurdo ipotizzare che questa riunione sia stata appositamente  rimandata dai compoonenti a tale data proprio per non destare sospetti.
Probabilmente,  secondo la tesi accusatoria, questo incontro doveva servire alla cupola  per “completare l’opera” e salvare le società affiliate, ad esempio la  Fiorentina. Peccato che il 22 maggio la partita Lazio-Fiorentina sia  finita 1-1 e che sia stata diretta da un arbitro considerato dagli inquirenti al di sopra di ogni  sospetto, Rosetti, il quale danneggiò vistosamente la squadra toscana,  non assegnandole un rigore per un fallo di mano del laziale Zauri,  sostituitosi al portiere sulla linea di porta. 
Allora, a cosa servì  questa riunione? Perché il cerchio non si chiuse? C’era forse una cosca  antagonista evidentemente più forte che l’inchiesta non è riuscita a  svelare? Se i sorteggi erano truccati, come può avvenire che per una  partita importantissima venga designato un arbitro “pulito” come  Rosetti?
QUINTA INCONGRUENZA: PERCHE' MEANI NON  ASSOCIATO?
Il Colonnello Auricchio, nel descrivere  l’attività del dirigente milanista, ha confermato davanti al tribunale  che aveva regolari contatti diretti con arbitri ed assistenti in  attività. Emblematica un'osservazione della presidente Casoria: “Pubblico  ministero, ma Meani non è inquisito per il primo capo di imputazione,  associazione a delinquere...”.
Se non l’illecito, sul quale  spetta al tribunale sentenziare, il primo dato che emerge è quantomeno  la disparità di trattamento riservata ai dirigenti juventini rispetto  agli altri coinvolti in quella che da anni vi abbiamo descritto come una  farsa. 
Insomma, almeno per quanto riguarda le fasi preliminari di  un’inchiesta, pare che anche per la giustizia ordinaria ci si debba  porre la stessa domanda che ci si pone per quella sportiva: la legge è  uguale per tutti?
	      
