Allora, Luciano Moggi, a vederLa non sembra affatto uno reduce da una sentenza di radiazione.
Cosa  credevi, che avessi in mano una corda per impiccarmi? Me l’aspettavo,  questa sentenza. Questo è il frutto avvelenato del clima dell’estate  2006 e ha riportato indietro l’orologio di cinque anni. Per i signori  togati non siamo nel giugno del 2011, ma ancora nel luglio del 2006,  quando venne proposta la radiazione del sottoscritto, insieme a Giraudo,  per i fatti della cosiddetta Calciopoli. Fatti che corrispondono ad  un'enorme a vergognosa macchinazione ai danni della Juventus di allora,  guidata da una dirigenza capace di lavorare bene e aggredita da una  campagna di stampa colpevolista scatenata dagli invidiosi che a causa  della formidabile squadra bianconera potevano a mala pena raccogliere  qualche briciola.
Il tempo si è fermato al 2006, quindi, per la Federazione?
Proprio  così. La sentenza dell’altro giorno non tiene assolutamente conto di  quanto detto, ad esempio, dall’Alta Corte del Coni, che chiedeva di  "attualizzare" la sentenza, visto che dal 2006 ad oggi è emersa una mole  immensa di materiale e di documentazioni inediti all’epoca di  Calciopoli, che nessuno dovrebbe far finta di non vedere. Ma la verità, a  volte, fa male…
Visto che secondo la Figc siamo ancora  nell’estate 2006, ci ricorda come è andata a finire con Calciopoli  (dagli juventini ribattezzata Farsopoli)?
Questo processo si  è basato su 21 intercettazioni telefoniche sulle quali un’altra  sentenza, quella di Piero Sandulli, presidente della Corte federale,  aveva detto che non si è consumato alcun illecito! "Il campionato era  regolare, non vi erano illeciti", disse Sandulli. Capito? Nessun  illecito, ma solo un enorme "fumus persecutionis" che produsse  quell’aberrante sentenza "sull’onda di un sentimento popolare", come  dichiarò il professor Mario Serio, direttore del dipartimento di diritto  privato alla facoltà di Giurisprudenza di Palermo, uno dei cinque  membri della Corte federale che si dimise dopo quella sbrigativa  sentenza. Vorrei ricordare anche quello che disse l’avv. Giuseppe  Benedetto, che nel 2006 era Giudice unico del settore giovanile della  Figc. Fu uno dei pochi "addetti ai lavori" a denunciare il carattere  farsesco di Calciopoli, e preso dal "ribrezzo" di una sentenza che  parlava di illeciti che non c'erano, si dimise dicendo che si vergognava  di cosa stavano combinando gli inquirenti. "Il materiale emerso negli anni post-Calciopoli- ha recentemente detto Benedetto - è  sufficiente per cancellare il 2006, per togliere quello scudetto  assegnato in modo scellerato all’Inter e restituire i due tolti alla  Juventus. Sarebbe un risarcimento indispensabile, ma non sufficiente a  coprire del tutto i danni di quelle sentenze”. Capito? Chiacchiere da bar prese come prove provate di un complotto di Moggi e Giraudo contro l’universo mondo del calcio! 
Moggi  in versione santarellino non convince, possibile che ci sia stato un  simile complotto? Lei non si sente responsabile, causa certi Suoi  comportamenti eccessivi, di aver dato la possibilità a chi ne aveva  interesse di liquidare in un colpo solo la più forte squadra e la  migliore dirigenza calcistica del nostro campionato?
La mia  sola colpa è stata quella di indugiare troppo in battute ed esagerazioni  al telefono, dimenticando che nel mondo del calcio abbondano squali e  pescecani. E certe mie esagerazioni, certe mie facce feroci erano una  sorta di arma teatrale di difesa. Io e il resto della dirigenza volevamo  difendere la Juventus da strani movimenti che, dalla scomparsa dell’  Avvocato Agnelli in avanti, cominciavano ad accerchiare la Juve. Dopo la  morte del fratello di Gianni Agnelli, Umberto, qualcuno si sentì  finalmente libero di poter farla finita con la “dittatura” calcistica  bianconera. Del resto, fateci caso, è tutta la città di Torino che  geopoliticamente è finita ai margini delle grandi scelte economiche e  politiche rispetto a Milano, dopo la morte dei due Agnelli.
Ma  questi movimenti erano solo esterni o provenivano, come sostiene  qualcuno, addirittura dall’interno della Juventus? Non è che Lei e  Giraudo cominciavate ad essere troppo ingombranti per i nuovi padroni  del vapore, leggasi gli Elkann?
Sicuramente non gli eravamo  simpatici, visto che al momento dello scoppio di Calciopoli, ci hanno  lasciato finire nel girone dei dannati senza neppure privatamente darci  un briciolo di solidarietà. Questo è stato il loro ringraziamento per  aver lavorato bene in tutti quegli anni di Juve.
Torniamo  alla radiazione in primo grado. Le motivazioni si basano su accuse che  poi, nel corso di questi cinque anni, sono state smontate pezzo per  pezzo?
Esattamente, ma per elencarle tutte credo ci vorrebbe  tutto il giornale. Mi limiterò a ricordare, ad esempio, che mi avevano  persino accusato di aver chiuso un arbitro, Paparesta, nel proprio  spogliatoio per "punirlo" dopo una partita finita male per la Juve. Roba  da film comico alla Lino Banfi. Infatti quell’arbitro dichiarò poi che  era tutta un’invenzione e c’è stata anche una pronuncia di  archiviazione. Ma per gli inquirenti federali, ibernati nel 2006,  Paparesta è ancora imprigionato in quello spogliatoio attendendo che  qualcuno lo liberi.
E il fatto degli arbitri? Lei conosceva in anticipo le designazioni?
Tutte  le squadre venivano a conoscenza delle designazioni arbitrali  riguardanti gli assistenti via telefono, non era un reato. Bisognerebbe  invece capire il senso di un sms ricevuto da Meani (accompagnatore del  Milan) in cui era scritto: “Arbitro TREFO (Trefoloni) non mollate siamo  tutti con voi”. Con voi chi? Con voi del Milan contro la Juve? In quello  stesso giorno io seppi delle designazioni mezz’ora dopo Meani e non mi  arrivarono mai certi messaggini telefonici come quello prima citato.  Dottor Palazzi, toc toc, sta dormendo? (Stefano Palazzi è il procuratore  federale della Figc, ndr). La Figc dovrà assumersi le proprie  responsabilità per aver massacrato la verità e la legalità. Sarò stato  anche un “pirla”, come si dice a Milano, a lasciarmi andare ad  esagerazioni e battute varie al telefono, però io sono stato messo alla  berlina, mentre altri, come l’allora presidente dell’Inter Facchetti,  entravano negli spogliatoi dell’arbitro per ricordargli l’importanza di  un risultato favorevole per i nerazzurri. E vogliamo ricordare la  vicenda dei passaporti falsi, in cui la squadra di Moratti è incappata?  Finiamola qui, che è meglio.
Insomma, la Figc ha sbagliato proprio tutto?
Fate  un po’ voi! Tenendo conto però che siamo nell’estate del 2011, non in  quella del 2006. Non bastassero le sempre nuove vicende di Calciopoli,  ecco che in Figc scoppia un altro caso: chiamiamolo Premiopoli. Nei  giorni caldi del calciomercato dello scorso anno, s’era saputo da  addetti ai lavori che la Procura federale stava acquisendo informazioni  sui rapporti tra un misterioso quanto sedicente agente di cui nei vari  comitati regionali e tra le squadre dilettantistiche s’è diffuso un  identikit e organismi federali deputati a certificare i premi da  assegnare alle società dilettantistiche che formano dai 12 ai 14 anni i  calciatori che poi sbocceranno più avanti debuttando tra i  professionisti in serie A, B o Lega Pro.
Come mai Lei parla di “Premiopoli” in questo caso?
Perché  dal passaparola di dirigenti e addetti ai lavori si ipotizza che sono  molte le certificazioni al vaglio della Figc. In perfetta buona fede  qualche giocatore potrebbe aver ricordato male i suoi precedenti lontani  sui campetti di provincia. Settanta-ottanta i giocatori - molti giocano  in serie A - su cui si stava effettuando il controllo e una cinquantina  i club professionistici che hanno pagato e che ora vogliono sapere se i  soldi sono andati al posto giusto. E se i propri giocatori abbiano  avuto buona memoria evitando, così, la beffa di multe o sanzioni  disciplinari.
Mi scusi, Moggi, ma di queste cose non ne parla nessuno!
I  giornalisti siete voi, indagate. Pensate però che il dirigente  dell’ufficio “Lavori e premi”, prof. Pichi, si è dimesso in fretta e  furia e l'avvocato Marco Mattioli, che indagava sulla vicenda, è stato  trasferito all’Antidoping! Forse bisognerebbe bussare ancora alla porta  di Palazzi, ma con più forza, che magari sta russando…
E  adesso Lei che farà? Guarda caso la radiazione è arrivata pochi giorni  dal termine della Sua squalifica di 5 anni. Le dispiace non poter  rientrare subito nel mondo del calcio?
Io non mollo mica la  battaglia, adesso ci sarà l’Appello e anche il terzo grado, l’Alta corte  del Coni. Voglio proprio vedere come andrà a finire. Sono certo che  qualcuno pagherà per questa vergogna, per aver distrutto la vita a tante  famiglie. E comunque, guarda, dal calcio ne uscirò quando lo dico io,  non quando lo vogliono altri ingiustamente. Anche se per come è ridotto  oggi il calcio, si sta meglio fuori che dentro. Sto bene, lavoro  ugualmente, scrivo, vado in tv, riesco a divertirmi. Anche se, se penso a  cosa hanno combinato alla Juve e al sottoscritto, mi girano le scatole a  manetta. Ma ride bene chi ride ultimo…
Non sotterra l’ascia di guerra, quindi?
Non  scherziamo! Hanno fatto giochini e giochetti per produrre questa  sentenza obbrobriosa. Se vogliono la guerra, la guerra gliela faccio,  fino in fondo.
(da "La Padania" del 19 giugno 2011)
	      
