Cosa aspetta Abete? In pratica Abete aspetta una pezza d'appoggio, un  documento della Procura Federale di Palazzi che gli fornisca uno  strumento da presentare al Consiglio Federale per decidere sulla revoca  dello scudetto di cartone, assegnato da Guido Rossi all'Inter. Secondo  noi quel documento ce l'ha già dal 2008.
Abete è un uomo fortunato,  la sua fortuna è che l'esposto è della Juve, perché se avesse tollerato  la lentezza di Palazzi nel caso ci fossero stati in ballo gli interessi  di una romana, o di una milanese, la sua testa sarebbe stata chiesta a  gran voce fino alla caduta, con un attacco mediatico concentrico e  continuato, come avvvenne con il suo predecessore Carraro, accusato di  aver tenuto "le carte nel cassetto" per neppure due mesi. Abete e  Palazzi, invece, vivono tranquilli, pur avendo dimenticato di richiedere  tutte le intercettazioni per tre anni. La differenza è notevole, e  quella del diverso comportamento dei media lo è ancora di più, a  conferma che quando non c'è la Juve da colpire l'asticella della  tolleranza, e della salvaguardia dei valori "etici" si abbassa fino a  toccare terra.
Abete non cerchi scuse tipo i "tempi tecnici", i  giorni da contare da quando e cose simili, perché le differenze con  l'estate 2006, quanto a tempi impiegati, da Palazzi per primo, sono sale  sulle ferite ed alimentano solo la rabbia del popolo juventino e la  sfiducia verso la FIGC e la sua giustizia sportiva.
Abete ha spiegato fin dal 14 maggio che "come le decisioni prese dal commissario (Guido Rossi, ndr) si basavano su indagini di organi di giustizia sportiva deliberanti  così, in questo caso, l'iter della Procura deve essere ancora  effettuato". Nel 2006 non si pretesero le perizie di un perito di tribunale, ma fa niente, va bene, portiamo pazienza.
Poi il 28 ottobre Abete ribadisce: "La posizione della Figc è nota dai tempi dell'esposto in procura della Juventus. La federazione è messa a valle delle decisioni autonome della procura. Palazzi ha acquisito la  documentazione dal tribunale di Napoli e sta lavorando su questa  vicenda. A noi non resta che aspettare le conclusioni del lavoro della  Procura". Aspettare. Abete ha provato a chiedere a Palazzi come mai  nel 2006 era molto ma molto più veloce? Abete come presidente della FIGC  ci deve delle spiegazioni sulla metamorfosi di Palazzi.
Infine il 25  novembre quella dichiarazione che ha fatto perdere la pazienza a  milioni di juventini e, così riferiscono i quotidiani torinesi, anche ad  Agnelli: "Il nostro obiettivo rimane quello di dare un riscontro  all'esposto della Juve (che ha chiesto la revoca dello scudetto del 2006  assegnato all'Inter) nei tempi tecnici compatibili con il buon senso e lasciando piena autonomia all'attività della Procura Federale".
Cosa  aveva chiesto la Juve? Tra le altre cose, la revoca di quello scudetto,  a fronte delle telefonate dell'Inter fatte emergere dai legali di  Moggi. In pratica la FIGC dovrebbe revocare lo scudetto regalato  all'Inter perché, per il campionato 2004-05, anche l'Inter ha le sue  violazioni del Codice di giustizia sportiva, quindi non aveva i  requisiti "etici" stabiliti dai saggi per assegnare lo scudetto. Senza  dimenticare che non ha neppure tenuto un comportamento leale (art. 1 del  CGS) perché non ha dichiarato a tempo debito che Bergamo diceva il vero  e che anche Moratti e Facchetti parlavano con i designatori. La foglia  di fico della risposta di Morattti a Sabelli Fioretti è datata 31 agosto  2006, a scudetto incassato. 
Badate bene, non c'entra nulla essere  vergini per il campionato 2005-06, anche se è quello scudetto ad essere  stato donato all'Inter. Sono i comportamenti simili e le violazioni nel  2004-05 sotto la lente del giudizio di Palazzi, che poteva e doveva  chiedere tutte le intercettazioni dal 2007.
Quindi, Abete dice di dover aspettare che Palazzi gli dica se anche l'Inter nel campionato 2004-05, con quelle telefonate, ha violato le regole. Ma non avrebbe bisogno di aspettare, perché ha già un atto della giustizia sportiva che afferma con chiarezza che anche  l'Inter nel campionato 2004-05 ha violato le regole. Abete ha in mano  questo documento da sottoporre al Consiglio Federale dal 2008, l'ha  firmato anche lui quel documento, è sul sito della FIGC dal 12 giugno 2008:  è il patteggiamento dell'Inter per violazione di norme amministrative  relativamente ai bilanci dal 2003 al 2005, che interessano i campionati  2003-04 e 2004-05. Non è una decisione presa "in  autonomia" dalla giustizia sportiva quella? E c'è ancora bisogno che  Palazzi gli dica se l'Inter nel campionato 2004-05 ha violato le regole  per quelle telefonate? L'Inter aveva già ammesso di aver violato altre  regole per quel campionato e chiesto il patteggiamento, accettato dalla  Procura Federale e dalla Commissione Disciplinare. 
La carta Abete ce l'ha da due anni e mezzo e, come abbiamo scritto già nel 2008, non gli serviva altro per prendere una decisione giusta, più che coraggiosa, che al massimo sarebbe stata considerata "poco simpatica" da Moratti, e forse dalla stampa vicina ai nerazzurri. 
Oltretutto  la FIGC avrebbe posto riparo, come deve ancora fare, alla distrazione  di un suo commissario straordinario cui era sfuggito, come a Borrelli,  che sui giornali La Stampa e Corriere della Sera erano state riportate  anche due intercettazioni Facchetti-Pairetto a cura della Procura di  Torino, che erano contenute in quei "bei fascicoloni" per i quali Palombo aveva reclamato "il diritto di sapere". Come hanno fatto a non vederle nel materiale inviato da Torino? 
A  Guido Rossi saranno "sfuggite" perché forse era troppo impegnato a  studiare le nuove regole che aveva promesso a Petrucci e alla Melandri,  sedotti da Rossi ed abbandonati senza vedere neppure una regola. 
Quello scudetto consegnato dal professore andava revocato, e va revocato senza tirarla ancora per le lunghe.
Allegato: FIGC, Comunicato Ufficiale N. 64/CDN (Procedimento nei confronti di Inter, Milan, Samp)
Questo articolo è stato ridotto nel contenuto e diffuso come comunicato stampa.
	      
