Al momento in cui scriviamo il Tnas non si è ancora pronunciato sul caso  Conte, anche se sui giornali sportivi registriamo le solite  anticipazioni che parlano di pena ridotta a o di quattro mesi, di cui  circa due già scontati. Noi però non ci vogliamo aggiungere alla nutrita  schiera di coloro che si esercitano nel toto-sentenze, visto che i  tribunali sportivi hanno dimostrato di poter essere molto, per così  dire, sorprendenti nelle decisioni adottate, in particolare quando  queste vengono confrontate con il materiale accusatorio utilizzato nei  processi. Quest’ultimo, il materiale accusatorio, è proprio l’argomento  di questo articolo, perché ci pare utile fare una carrellata sulle  presunte miscondotte contestate all’inizio del procedimento  all’allenatore della Juventus e confrontarle con ciò che presumibilmente  rimarrà alla fine di tutti questi gradi di giudizio. Lo scopo è quello  di capire quali delle tante polpette avvelenate saranno quelle con cui i  tifosi juventini dovranno confrontarsi in futuro nei bar Sport, luoghi  da sempre molto sensibili al fango anti-bianconero.
Dunque, il Mister  era stato accusato per due partite, Novara-Siena e Albinoleffe-Siena.  Tralasciando l’unicità della fonte dell’accusa che per altro in ogni  caso è ben nota, dopo sei mesi di “arricchimenti progressivi” come ebbe a  definirli il superprocuratore federale, Stefano Palazzi, gli elementi a  carico di Antonio Conte erano:
per Novara-Siena
- Conte  avrebbe riferito alla squadra, durante una riunione tecnica pre-gara,  che la partita era stata già concordata per un pareggio. Basti sapere  che il presunto contenuto illecito della famosa riunione è stato  smentito da una ventina di giocatori e di fatto è sparito già nella  sentenza della Corte Federale in appello.
- L’allenatore bianconero  avrebbe lasciato in panchina un suo titolare fisso, Sestu. La  circostanza è stata chiarita dal giocatore stesso, che ha spiegato che,  nonostante fosse considerato un giocatore importante per la squadra, in  quel periodo aveva comunque giocato poco. Questa accusa è addirittura  sparita già nel primo grado dinanzi alla Commissione Disciplinare.
- Indirettamente Conte avrebbe influito sul risultato, poiché il giovane giocatore argentino Larrondo,  dopo aver suppostamente ascoltato le presunte parole del mister nella  riunione, avrebbe chiesto chiesto ad un suo compagno, tale “Pippo”  Carobbio, come comportarsi nel momento in cui gli fosse toccato  subentrare in partita. Anche questa vicenda è stata smentita,  intrinsecamente ed estrinsecamente, per citare il Superprocuratore, dal  fatto che nella suddetta riunione non era mai avvenuta la comunicazione  dell’illecito ai giocatori. Piccolo inciso che oggi ha del grottesco:  Larrondo, essendo stato per questo fatto, e solo per questo, accusato di  illecito sportivo ed essendo stati richiesti oltre tre anni di  squalifica, forse per paura di perdere buona parte della sua carriera e  limitare i danni, ha patteggiato in primo grado la semplice omessa  denuncia prendendosi solo pochi mesi, ma per un fatto che i gradi di  giudizio successivi hanno dimostrato essere non vero.
per Albinoleffe-Siena
-  Conte, essendo di carattere accentratore, “non poteva non sapere” che  al termine della partita d’andata, molto accesa, un suo collaboratore,  Stellini, aveva mandato un suo giocatore, “Pippo” Carobbio, dagli  avversari per raccomandarsi di non farsi del male nella partita di  ritorno. Su questa questione torneremo a breve.
- Alcune settimane  prima della gara l’allenatore avrebbe chiesto alla squadra di  “riconfermare” la disponibilità di lasciare la vittoria all’Albinoleffe.  Mastronunzio avrebbe rifiutato per amore di una sua precedente squadra,  l’Ascoli, e sarebbe finito fuori squadra per il resto della stagione,  ovvero le ultime tre partite.
- Infine, nell’immediato della partita  di ritorno, Conte avrebbe tenuto la solita riunione tecnica pre-gara  avvisando i giocatori che la partita era stata concordata e al Siena  sarebbe toccato perdere.
Come già detto non vogliamo avventurarci  nel toto-sentenze, tuttavia diamo già oggi tranquillamente per pacifico  che la polpetta Mastronunzio sia stata smontata nei fatti già solo  prendendo in considerazione le notizie che circolano sul web (esemplari,  al riguardo,"Lo strano caso di Salvatore Mastronunzio" e "Mastronunzio story: più horror che thriller"), con la dimostrazione che Mastronunzio fosse infortunato in quelle giornate e che con l’Ascoli non aveva certo un rapporto così  stretto da rischiare la propria carriera, avendoci giocato soltanto una  stagione e essendo diventato successivamente l’idolo dell’Ancona (nel  2009 ebbe la gioia di castigare gli ascolani con una doppietta nel derby al 'Del Duca'),  acerrimo rivale della squadra picena. Per quanto riguarda invece la  riunione tecnica pre-AlbinoLeffe-Siena ci spingiamo a ritenere che, così  come è stata smentita la riunione pre-Novara-Siena, non vediamo molte  possibilità per l’accusa di continuare ad insistere su questa, dato che  ha esattamente le stesse inverosimili caratteristiche della trasmissione  pubblica di un messaggio illecito, un fatto ritenuto poco credibile già  dalla Corte Federale nel giudizio d’appello. Non sarà stato difficile  per il pool di avvocati compiere indagini difensive ed individuare  qualche testimone che smentisca anche questa riunione, almeno per la  parte relativa alla presunta dichiarazione di combine.
Cosa resta  quindi dell’impianto accusatorio? Delle sei accuse resta dunque, ne  siamo relativamente certi, soltanto il “non poteva non sapere”  rafforzato dal carattere del Mister juventino. Per come è formata,  questa accusa generica non è validabile se non in positivo con riscontri  esterni, che, come abbiamo visto, non ci sono, mentre non esiste alcuna  possibilità da parte di Conte di smentirla in negativo, non potendo  produrre la storia filmata della sua vita, 24 ore al giorno, con la  quale si possa eventualmente verificare come Stellini non gli abbia mai  fatto presente la circostanza. Dopo la “caduta” di Mastronunzio e della  riunione pre-gara, in assenza di qualsiasi altro riscontro esterno, la  sequenza 'logica' un collaboratore di Conte compie un atto illecito  --> Conte è un accentratore --> Conte non poteva non sapere,  assume le caratteristiche di un puro “atto di fede” da parte dei giudici  sportivi. Ulteriore inciso: "atto di fede" che Palazzi non ha chiesto ai giudici per l'allenatore dell'Albinoleffe, Mondonico, il quale si è ritrovato  con il viceallenatore (non un semplice assistente tecnico, come era  Stellini), Mirko Poloni, condannato per illecito per la stessa identica  partita. Nonostante ciò il "Mondo" non è stato accusato di omessa  denuncia.
In conclusione, noi ovviamente speriamo che gli arbitri del  TNAS discolpino per intero l’allenatore della Juve, in modo da mettere a  tacere qualsiasi illazione sul suo conto e, anzi, permettergli di  aprire il fronte delle richieste ufficiali di scuse e di eventuali  risarcimenti per mesi di gogna mediatica e per una punizione ingiusta  inflittagli dai precedenti gradi di giudizio e già parzialmente  scontata. Ma se malauguratamente dovesse essere dichiarato ancora  colpevole, non potrà non essere che per questo “atto di fede” del “non  poteva non sapere”. Proiettandoci nel contesto di una futura discussione  da bar, questo ragionamento dietrologico, paradossalmente legato alla  confessione particolare di un illecito sportivo da parte del suo  collaboratore Stellini e solo indirettamente alle accuse del grande  pentito “Pippo” Carobbio, sarà l’unico appiglio per gli anti-juventini  per poter gettare un po’ di fango su Conte e di riflesso sulla squadra  che rappresenta come pochi altri al mondo.
Le accuse a Conte: cosa è rimasto per il Bar Sport
- Dettagli
 - By Stefano Abruzzese
 
	      
